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DaD: una questione semantica (e non solo)

Nel 2013 usciva il saggio del linguista israeliano Guy Deutscher La lingua colora il mondo. Come le parole deformano la realtà, nel quale, a partire dalla denominazione dei colori in varie lingue del mondo, si mostra come la lingua che parliamo possa avere un’influenza molto marcata sulle nostre percezioni. L’idioma di una nazione rispecchia la sua cultura e la sua modalità di pensiero anche nella classificazione linguistica delle sfumature cromatiche che cogliamo osservando il mondo che ci circonda. Le parole che usiamo rappresentano il nostro punto di vista sul mondo.

Proviamo a fare un piccolo esperimento linguistico con l’espressione Didattica a Distanza. In Italia per un percorso di studio erogato a distanza generalmente si usavano l’espressione Formazione a Distanza, indicata anche con l’acronimo FAD, oppure il prestito anglosassone E-Learning. Premesso che formazione a distanza ed e-learning non si riferiscono a concetti perfettamente sovrapponibili, è interessante notare che tali nomenclature siano entrambe riconducibili al campo semantico dell’apprendimento e della formazione. Il punto di vista scelto si riferisce a chi apprende a distanza o viene formato e non tanto – o, almeno, non soltanto – a chi assume il ruolo di formatore o eroga contenuti di apprendimento.

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