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Si ricomincia!

Domani avrà inizio il nuovo anno scolastico. Per chi lavora a scuola il primo settembre è una sorta di capodanno: si comincia dai giorni precedenti con messaggi e telefonate per augurarsi un buon anno. Dopo i saluti, seguono alcuni giorni in cui alle tante riunioni organizzative fa da sottofondo un senso di attesa, di speranza, di novità. Si pensa con curiosità e affetto ai ragazzi e alle ragazze che di lì a poco varcheranno le porte della scuola chiassosi, pieni di entusiasmo, pronti a riempire le aule e a dare un senso al nostro lavoro.

Quest’anno l’augurio più bello l’ho trovato nei versi di Martha Medeiros, in una poesia senz’altro inflazionata ma che spero sia di buon auspicio per chi – come me – ha sempre voglia di cambiare e di rinnovarsi!

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

Soltanto l’ardente pazienza
porterà al raggiungimento
di una splendida felicità.